Premessa
Gli alimentatori switching sono l'ultima frontiera degli alimentatori, come tutti gli alimentatori hanno pregi e difetti, ma fra tutti come pregio spicca il costo estremamente ridotto e l'efficienza molto alta, unita a una capacità di regolazione della tensione in uscita notevole e poco suscettibile alle variazioni della tensione in ingresso.
Il difetto principale di questo tipo di alimentatori è la produzione di rumore ad alta frequenza che si propaga sia verso il carico che verso la rete elettrica qualora non siano debitamente filtrati e schermati.
In genere lavorano a frequenze che vanno dal centinaio di Khz al Mhz per i modelli più recenti.
Lavorando a frequenze così alte il trasformatore di isolamento o la bobina che genera l'extratensione (negli alimentatori step-up) sono veramente piccoli, il primario e il secondario hanno pochissime spire.
Il campo di impiego di questi alimentatori va dalla generazione della tensione per i filamenti a quella anodica.
I tradizionalisti amano impiegare i trasformatori, unico metodo per alimentare in passato dispositivi con elettronica a tubi termoionici, tuttavia in progetti più recenti, soprattutto nel campo degli effetti per strumenti dove le dimensioni hanno un ruolo importante, questa alternativa è da preferire.
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Nella foto sopra un convertitore DC-DC step up.
Può essere impiegato per fornire una uscita stabilizzata a 12,6V per alimentare i filamenti dei tipici triodi preamplificatori con una tensione stabilizzata partendo da una tensione più bassa.
Oppure può essere utilizzato per fornire la tensione anodica a 24V per delle valvole a bassa tensione partendo dai 12V di batteria.
Con questo genere di alimentatori con un costo e un peso contenuto è abbastanza facile costruire alimentatori per tensione anodica, sempre partendo da tensioni relativamente basse con tensioni in uscita dell'ordine delle centinaia di volt con una regolazione della tensione di uscita particolarmente accurata.
