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Un amplificatore a valvole impiega come elemento attivo la valvola termoionica allo scopo di amplificare un segnale proveniente da una fonte, come ad esempio un giradischi in modo da rendere il segnale stesso adatto a pilotare un diffusore di una certa potenza.
In un'epoca come questa in cui dominano gli amplificatori in classe D sembra un controsenso utilizzare ancora componenti datati come le valvole.
Il motivo di questa scelta risiede nella ricerca di un risultato particolare che con la componentistica allo stato solido non è possibile raggiungere.
In genere, in quest'epoca (anno 2019) questo tipo di elettroniche sono appannaggio del cultori dell'alta fedeltà e dei musicisti.
Questo per diversi motivi che analizzeremo nel dettaglio di seguito.
Si tratta dell'impiego più estremo di un amplificatore in cui sono ricercate una distorsione bassa e una estensione della banda passante che copra almeno tutta la gamma audio.
Questo implica l'utilizzo di trasformatori adattatori di impedenza e valvole di qualità più che elevata, senza trascurare tutti i componenti di contorno che devono essere di pari livello, altrimenti il gioco non vale la candela.
Il costo di un amplificatore di questo tipo, realizzato a regola d'arte con cablaggio in aria non è certo basso giustificato dalla cura maniacale con cui è realizzato.
In genere gli amplificatori per alta fedeltà sono realizzati nelle seguenti tipologie:
Single ended. Da molti ritenuta la scelta migliore, una singola valvola finale che amplifica il segnale completo (o un parallelo di più valvole per ottenere più potenza) per ogni canale rigorosamente polarizzata in classe "A", mancanza assoluta di distorsione di incrocio e bassa controreazione.
Il limite è la potenza ottenibile in genere una decina di watt il che implica l'utilizzo di casse con un rendimento molto alto.
OTL. Amplificatore senza trasformatori adattatori di impedenza all'uscita.
Per ottenere una bassa impedenza di uscita si mettono in parallelo sullo stadio finale molte valvole, la potenza in uscita può essere alta ma il costo vista la complessità è proibitivo così come la potenza dissipata in calore.
Push pull. Si utilizzano in genere due valvole (o dei multipli per ottenere più potenza) in uscita che lavorano in controfase, la distorsione è più alta ma si possono ottenere potenze considerevoli.
In genere per l'alta fedeltà è una scelta di ripiego perchè per vari motivi fra cui la curva di isteresi dei trasformatori finali, la distorsione è più alta che nella configurazione single ended e richiede una forte controreazione per linearizzare il comportamento.
Sono utilizzati per ottenere sonorità particolari.
Per questo tipo di utilizzo in genere è richiesta una potenza importante, quindi la scelta obbligata è l'impiego della configurazione push-pull, complice il fatto che in questo tipo di impiego la distorsione dell'amplificatore è poco rilevante ai fini del risultato, anzi quasi sempre viene ricercata.
Le potenze in genere arrivano ad un centinaio di watt, ma anche di più, in special modo per l'amplificazione del basso elettrico.
La qualità , tranne qualche raro caso, non è eccelsa, come ho già detto questi amplificatori sono una appendice dello strumento e sono fatti per colorare il suono.
Questo fa si che per questo genere di amplificatore anche dei componenti di bassa qualità possano dare il loro particolare contributo.
Non ultimo sono fatti per avere un costo abbordabile.
Sono tuttavia almeno tanto importanti per la resa finale quanto lo strumento che li pilota.
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